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Cos'è il Counseling?

Trovo un po’ difficile e al tempo stesso stimolante il compito di aiutare chi non conosce il counseling a comprendere che cosa sia.
Io stesso, a distanza di qualche anno, credo di essermi avvicinato a questa attività senza averla inizialmente compresa fino in fondo: qualcosa, dentro di me, mi spingeva semplicemente a fidarmi del counseling e mi suggeriva che questo percorso sarebbe stato quello giusto da intraprendere.

Iniziamo intanto col dire che cosa NON è il counseling:

  • non è una psicoterapia;
  • non prevede l’utilizzo di farmaci;
  • non dà consigli o rimedi;
  • non fornisce diagnosi o prognosi;
  • non prevede utilizzo di test e/o valutazioni.

L’Associazione Professionale di Categoria AssoCounseling fornisce la seguente definizione:

“Il counseling professionale è un’attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione. Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento.
È un intervento che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti teorici. Si rivolge al singolo, alle famiglie, a gruppi e istituzioni. Il counseling può essere erogato in vari ambiti, quali privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale.

Definizione dell’attività di counseling approvata dall’Assemblea dei soci in data 2 aprile 2011.

Potremmo sintetizzare dicendo che il Counseling è un processo di aiuto mediato da un Counselor professionista e rivolto a chi si trova in un momento particolarmente difficile e/o complesso della propria vita. Ma c’è molto, molto di più.

Il Counseling: cosa è per me

Per me il Counseling rappresenta un modo di essere, come sostiene uno dei padri fondatori di questa disciplina, lo psicologo e psicoterapeuta americano Carl Rogers (8 gennaio 1902 – 4 febbraio 1987).
Non è soltanto una modalità di lavoro applicabile nell’esperienza professionale, ma una parte della mia vita e della mia identità in generale: non faccio il counselor, sono un counselor.

Nell’ambito dei progetti professionali di cui mi occupo, il mio obiettivo è quello di utilizzare il counseling per aiutare le persone che vivono uno stato di malessere connesso al proprio lavoro o che stanno attraversando una fase di transizione professionale.
Credo che ci sia – soprattutto nel nostro Paese – un importante bisogno di offrire uno spazio di ascolto, sostegno e supporto a tutte le persone che  avvertono uno stato di disagio o di difficoltà nel lavoro e nel contesto lavorativo in cui vivono.

Il Counseling può fare molto a riguardo: attraverso un ascolto autentico, empatico e non giudicante, si dà modo al cliente di esplorare le proprie difficoltà, di riflettere e di sentirsi accettato e compreso.

Quando qualcuno ti ascolta davvero senza giudicarti, senza cercare di prendersi la responsabilità per te, senza cercare di plasmarti, ti senti tremendamente bene” (Carl Rogers)

Lungo il percorso, il Counselor supporta il cliente affinché possa rispecchiarsi e comprendere con maggiore chiarezza non solo i contenuti del proprio malessere, ma anche le possibilità di autodeterminazione, di scelta e di cambiamento di cui dispone, al fine di migliorare la propria qualità di vita.

“Quando sei stato ascoltato ed udito, sei in grado di percepire il tuo mondo in modo nuovo ed andare avanti.” (Carl Rogers) 

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